Pesce meglio azzurro e di taglia piccola per contenere l’assunzione di mercurio

Pesce azzurro

Pesce meglio azzurro e di taglia piccola per contenere l’assunzione di mercurio

Più volte abbiamo preso in esame le conseguenze sulla salute cardiovascolare della tossicità da mercurio, le conseguenze cliniche della tossicità cardiovascolare di questo metallo includono, fra le altre, l’ipertensione, l’infarto miocardico, le aritmie cardiache e gli eventi cerebrovascolari (per es. ictus).

L’esposizione al mercurio in particolare andrebbe valutata in ogni paziente con ipertensione, malattie cardiovascolari, malattie coronariche, eventi cerebrovascolari o altre malattie del sistema cardiocircolatorio per la loro potenziale relazione con la presenza di elevate concentrazioni di questo elemento nell’organismo. Anche a bassi livelli di esposizione cronica, il mercurio può provocare disfunzioni dell’endotelio, il tessuto di rivestimento dei vasi sanguigni e che contribuire  a una minore difesa dai processi ossidativi aumentando lo stress ossidativo.

Occorre ricordare che la principale fonte di esposizione umana al metilmercurio tramite l’alimentazione è rappresentata dai prodotti ittici.

Il pesce è una fonte privilegiata di nutrienti importanti, ma anche un alimento critico da un punto di vista tossicologico, perché espone all’assunzione di contaminanti presenti nell’acqua o nei sedimenti, in grado di accumularsi nei tessuti dell’animale. Uno di questi è il metilmercurio (MetHg) che rappresenta fra il 75% e 100% del mercurio totale nel tonno, oltre l’85% nelle sardine. Dannoso per il sistema nervoso, in caso di esposizione in utero può provocare ritardi mentali e danni cerebrali nel bambino, nell’adulto invece è associato a un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Il consumo di pesce tuttavia è suggerito fino a 2 o 3 volte la settimana, per il contenuto di acidi grassi essenziali polinsaturi n-3 (Epa e Dha), presenti soprattutto nella carne di pesci grassi sia di allevamento sia pescati. Nel 2014 l’Efsa ha fissato una dose tollerabile settimanale (Twi, Tolerable weekly intake) di MetHg pari a 1,3 microgrammi/kg peso corporeo, basandosi sulla tossicità per lo sviluppo neurologico prenatale, ma non è riuscita a definire una dose adeguata di pesce per i diversi gruppi di popolazione nella Ue: i consumi di pesce infatti sono molto diversi da paese a paese, così come le varietà consumate, i quantitativi di acidi grassi omega-3 e quelli di metilmercurio contenuti.

In un documento pubblicato a inizio 2015 sulla valutazione del rischio del consumo di pesce/frutti di mare rispetto all’esposizione a MetHg, l’Efsa ha potuto concludere che:

  • In Eu l’esposizione al MetHg non eccede il Twi, salvo nei bambini in alcuni paesi.
  • I pesci che contribuiscono maggiormente all’introito di MetHg negli adulti sono tonno, pesce spada, luccio e merluzzo. Nei bambini (fra 1 e 10 anni), anche il nasello.
  • Donne in gravidanza e bambini dovrebbero sfruttare i benefici del pesce scegliendo di consumare le varietà che accumulano minor quantità di mercurio, evitando di raggiungere il Twi prima di aver soddisfatto l’apporto di acidi grassi omega-3 raccomandato.

In generale, conclude il documento, il beneficio di consumare da 1 a 4 porzioni di pesce/settimana è superiore al rischio. In Italia, in attesa di una valutazione su base nazionale, un’attenzione particolare va rivolta ai bambini da 1 a 3 anni, consumatori per lo più di merluzzo e sogliole. Il consiglio in generale è quello di scegliere pesce azzurro di taglia piccola (sgombro, sarde, alici), rispetto a tonno e pesce spada, forti accumulatori di contaminanti ambientali.

Per concludere ricordiamo che il mercurio si accumula nell’organismo al pari degli altri metalli tossici e si deposita anche nei capelli, che possono essere presi come campione per l’effettuazione di un mineralogramma (analisi del capello) Qualora dal mineralogramma venisse identificato un eccesso di mercurio si può ricorrere a una terapia specifica che prevede l’utilizzo del selenio che lega il mercurio in un composto inattivo (selenito di mercurio). Inoltre il selenio è un potente antiossidante che contribuisce a diminuire i danni recati dal mercurio al sistema nervoso.

Può essere usato il lievito di birra (a patto che non sia stata riscontrata una intolleranza alimentare) che contiene discrete quantità di selenio. Il selenio può essere assunto anche come selenito di sodio, oppure in formulazioni che lo contengono assieme alle vitamine A, C ed E, che ne potenziano l’azione disintossicante ed antiossidante

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