Problemi di cuore: colpa dei chili di troppo e non solo

Da uno studio effettuato da un gruppo di cardiologi dell'università; di Pristina, emerge che per colpa di alcuni chili di troppo anche i ragazzi si trovano in condizioni di affaticamento cardiaco.

Problemi di cuore e sovrappeso

 

Da uno studio effettuato da un gruppo di cardiologi dell’Università di Pristina, emerge che per colpa di alcuni chili di troppo anche i ragazzi si trovano in condizioni di affaticamento cardiaco.

E’ stata studiata la correlazione tra indice di massa corporea (BMI) e funzione cardiaca, in adolescenti sovrappeso od obesi, che non presentavano alcun sintomo cardiaco.

Per prima cosa gli studiosi hanno valutato le misure antropometriche a 97 ragazzini (peso, altezza, BMI, girovita e circonferenza fianchi), quindi li hanno suddivisi in 3 gruppi: 

  • magri (32) 
  • sovrappeso (33) 
  • obesi (32)

A questo punto, attraverso analisi ecocardiografica, è stata valutata l’attività cardiaca; è stato così osservato che all’aumento del BMI corrispondeva un peggioramento di alcuni parametri significativi dell’attività cardiaca; ovvero tanto più elevato è l’indice di massa corporea, tanto più ispessito era il setto interventricolare e la parete posteriore del ventricolo sinistro; anche la sistole e la diastole erano alterate negli adolescenti obesi.

Risulta evidente che sovrappeso ed obesità, indipendentemente dall’età, compromettono la struttura e la funzione cardiaca.

 

Qual è la soluzione ?

Educazione alimentare ed avvio all’attività fisica nelle scuole sono sicuramente le armi migliori.

Attenzione però perché i problemi di cuore possono interessare anche i soggetti magri ovvero coloro che pur essendo normopeso sono “metabolicamente obesi” e questo, secondo la Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare interessa circa 6 milioni di italiani; questo accade perché non si svolge regolarmente una attività fisica (30 minuti 5 volte alla settimana).

Secondo gli esperti una persona normopeso su quattro ha accumulato troppo grasso a livello epatico (Approfondimento: La steatosi epatica ovvero “il fegato grasso”), cardiaco e vascolare, quindi in termini di rischio cardiovascolare, è come se questi soggetti fossero obesi, perché il pericolo di infarto del miocardio o ictus raddoppia e quello di ammalarsi di diabete è 4-5 volte più alto rispetto a chi e realmente “magro”. 

 

Come scoprire se pur essendo normopeso esiste questo pericolo?

E’ sufficiente eseguire degli esami ematochimici come glicemia, trigliceridi, colesterolo totale, LDL, HDL. Ricordiamo che accumulare grasso nei vasi sanguigni provoca aterosclerosi.

E’ anche utile capire se vi è insulino resistenza e quindi la tendenza ad ammalarsi di diabete.

Una volta esaminati questi parametri  potrebbe essere necessario eseguire un’ecografia dell’addome (è bene verificare se vi è accumulo di grasso a livello epatico “steatosi epatica” perché se vi è questa condizione il fegato inizia a sintetizzare fattori infiammatori che aumentano in maniera diretta il rischio cardiovascolare) e dei tronchi sovraortici.

Attenzione poi alla tanto temuta misura del “girovita” perché è sinonimo di grasso viscerale   e quindi di rischio cardiovascolare.

 

Come correre ai ripari?

Il corretto stile di vita ovvero una dieta povera di grassi saturi e colesterolo e una regolare attività fisica sono indispensabili per avere vasi e cuore in forma: una piccola corsa o 30/40 minuti di camminata quotidiana, andare in bicicletta/cyclette, una bella nuotata, tutte attività che bruciano per primo il grasso viscerale

Concludendo sia  chi è sovrappeso come gli adolescenti dello studio che i magri con “la pancetta” hanno un aumento del rischio cardiovascolare per colpa della sedentarietà quindi armiamoci di buona volontà e impariamo a considerare l’attività fisica come medicina.
 

 

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