Quali fattori influenzano l’ipertensione?

Peso corporeo, attività fisica, consumo di alcol e di verdure sono risultati i 4 fattori che più influenzano lo sviluppo dell'ipertensione questo e quanto emerge da una ricerca finlandese eseguita su ventimila persone

Quali fattori influenzano l’ipertensione?

Peso corporeo, attività fisica, consumo di alcol e di verdure sono risultati i 4 fattori che più influenzano lo sviluppo dell’ipertensione questo è quanto emerge da una ricerca finlandese eseguita su ventimila persone presentata al congresso europeo di cardiologia.

Su cento adulti in sovrappeso, pigri, che consumano molto alcol e poche verdure, tutti e cento diventano ipertesi nell’arco della vita. Invece, se i cento soggetti hanno uno stile di vita sano e non sono sovrappeso/obesi se ne ammalano solo 35.

Il fumo si rivela meno influente, ma solo sull’ipertensione mentre rimangono confermati i danni a cuore, arterie e cervello. Inoltre, gli studi hanno rivelato, come avviene per le sostante tossiche, che i 4 fattori sommano i loro effetti. Nel senso che ognuno aggiunge (o sottrae se assente) circa un 15% di rischio in più o in meno.

Nel dettaglio….

Attenzione al sovrappeso ricordiamo che un soggetto è sovrappeso se ha un BMI >24,9

E’ ben noto che, basta essere sovrappeso, per far salire (o scendere se si è normopeso) di un 15% la probabilità di soffrire di ipertensione arteriosa. Essere in sovrappeso aumenta da 2 a 6 volte il rischio di ipertensione arteriosa. La perdita di qualche chilo in eccesso favorisce il calo della pressione arteriosa e migliora i risultati della terapia  farmacologia; una perdita di peso tra i 5 e 7 Kg è in grado di ridurre i valori pressori di 10/20 mm Hg, in soggetti sovrappeso od obesi.

Svolgere regolarmente attività fisica spesso si sottovaluta l’importanza del movimento come medicina è stato osservato che si ha un incremento del 15% di possibilità di ammalarsi di ipertensione in coloro che non praticano almeno tre ore settimanali di attività fisica. A tale proposito segnaliamo uno studio  pubblicato sul British Medical Journal in cui è stato osservato che un’attività fisica costante nel corso della terza età regala in media sei anni di vita in più agli uomini e cinque alle donne la parola d’ordine quindi è essere attivi fisicamente, e questo è ovvio, ma anche come spirito, come atteggiamento mentale. Quanto appena affermato deriva da uno studio svedese condotto dai ricercatori del Karolinska Insistute che hanno reclutato 1.810 persone over 75 seguendole per un periodo di 18 anni durante i quali hanno monitorato stili di vita e comportamenti, quantificando addirittura ogni abitudine (sana e malsana) in termini di anni di vita in più o in meno.

Fumare per esempio significa mediamente un anno di vita in meno; nuotare, camminare e fare ginnastica regalano invece mediamente due anni di vita, senza contare chiaramente la qualità di quel pezzo di vita aggiuntivo; avere una vita socialmente ricca si traduce in un ulteriore anno e mezzo in più (1,6 per l’esattezza). Se si mettono insieme tutti questi comportamenti positivi si arriva a un totale di sei anni per gli uomini e cinque per le donne di vita vissuta, validi persino per gli over 85 e per coloro che soffrono di patologie croniche.

Non meno importante l’assunzione regolare quotidiana di verdura ricca di antiossidanti e assai utile a controllare il peso Approfondimento: Mettiamo pesce e verdura sulla nostra tavola manterremo giovane il cervello

Attenzione all’alcool Un altro 15% si somma (o si sottrae) se si bevono più di 50 grammi di alcol a settimana (circa mezzo litro di vino).

Il fumo si rivela meno influente, ma solo sull’ipertensione (anche se comunque il fumo riduce il calibro delle arterie e le rende rigide,e ciò influenza la pressione arteriosa) mentre rimangono confermati i danni a cuore, arterie e cervello.

Da questi studi appare piuttosto evidente che per fare prevenzione è importante studiare gli stili di vita come se fossero nuovi farmaci da approvare specie se in gioco vi è una malattia, l’ipertensione, che, tralasciando le sue responsabilità in infarto e ictus, è la quarta causa di morte, naturalmente i risultati sono utili anche per curare chi è già iperteso. I pazienti possono prima modificare i quattro fattori di stile di vita e poi aggiungere i farmaci, se sono ancora necessari per abbassare la pressione.

 

Per concludere ricordiamoci che NON È MAI TROPPO TARDI per correggere le  abitudini scorrette. È sbagliato credere che i danni fatti  non siano correggibili e quindi ” tanto vale esagerare”. L’atteggiamento distruttivo  per chi ha vissuto disordinatamente è quanto di più insensato ci possa essere.

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