Radiazioni … qualche chiarimento e consiglio

L'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) afferma che il rischio radioattivo per le Nazioni Europee, in relazione all'incidente nucleare giapponese, è molto basso...

Le notizie che arrivano dal Giappone, colpito dal terremoto e dallo tsunami, destano molta preoccupazione, l’allarme nucleare in Giappone, legato ai danni subiti dalla centrale di Fukushima ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sui danni che una fuoriuscita radioattiva può causare.

L’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) afferma che  il rischio radioattivo per le Nazioni Europee è molto basso, poiché le masse d’aria vanno gradualmente depauperandosi del contenuto iniziale di radioattività, quindi una volta giunte da noi avranno una concentrazione di radioattività molto bassa, tuttavia continuerà a monitorare l’eventuale presenza anomala di radioattività, con particolare riguardo alla misurazione giornaliera degli isotopi Cesio 137 e Iodio 131, sono state infatti rilevate dosi «a livelli minimi» di iodio 131 in alcune Regioni: Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Umbria. È probabile che alla lista si aggiungeranno altre segnalazioni. «Non c’è motivo di preoccuparsi – chiarisce Lamberto Matteocci, esperto dell’Ispra -. Parliamo di quantità davvero minime, centinaia di volte inferiori a quelle che hanno interessato Stati Uniti e Canada. La stessa situazione si sta verificando in Francia e Spagna. Queste tracce non determinano l’alterazione dei valori del cosiddetto fondo di radioattività ambientale, quello che è presente in natura».

Fortunatamente i risultati giornalieri non hanno evidenziato sino ad oggi anomalie rispetto al periodo precedente l’incidente, comunque cerchiamo di capire come le radiazioni danneggiano il nostro organismo e come possiamo difenderci.

Alcune tipologie di radiazioni danneggino le cellule dell’organismo e alterano le macromolecole del DNA e dell’ RNA, causando danni somatici e genetici.

Gli elementi radioattivi che formano le barre delle centrali nucleari, in particolare Uranio e Plutonio, emettono fotoni di lunghezza d’onda sufficientemente breve da interagire con i campi elettromagnetici molecolari ed anche atomici.

Le più pericolose sono le radiazioni ionizzanti, causate dal decadimento degli atomi di alcuni elementi chimici. La loro pericolosità sta nel fatto che riescono a ionizzare gli atomi o le molecole con cui vengono in contatto, ossia a strappare loro gli elettroni, trasformandoli in ioni, particelle elettricamente cariche capaci di legarsi ad altre particelle e di spezzare i legami presenti all’interno di una molecola.

Il momento in cui una cellula risulta più vulnerabile alle radiazioni è quando si trova in fase di riproduzione, cioè mentre il DNA si sta duplicando.

La gravità delle conseguenze sul corpo umano varia in base all’intensità delle radiazioni ed al tempo di esposizione. Numerosi organi possono subire alterazioni con conseguenze talvolta irreparabili.

I danni al midollo osseo(organo di protezione delle cellule del sangue), provocano la diminuzione di globuli bianchi, piastrine e globuli rossi, con sviluppo conseguente di patologie molto gravi.

Le radiazioni possono provocare infezioni ai linfonodi, ulcerazioni di vari tratti dell’apparato digerente, sterilità sia negli uomini che nelle donne, danni alla tiroide e al sistema endocrino, la tiroide infatti assorbe dosi massicce di radioattività infine possono causare  la cataratta.

 

Cosa fare?

Molti consigliano di assumere Ioduro di potassio, che sicuramente svolge una funzione protettiva nei confronti della tiroide ma non è sufficiente.

E’ quindi importante, assumere giornalmente un buon mix di sostanze antiossidanti, con particolare attenzione alle vitamine liposolubili (vitamine A, D, E, K), attivare il ciclo di Krebs con prodotti omotossicologici quali Coenzyme compositum; il ciclo di Krebs è l’anello di congiunzione delle vie metaboliche responsabili della degradazione (catabolismo) dei carboidrati, dei grassi e delle proteine in anidride carbonica e acqua con la formazione di energia.

Integrare la dieta con aminoacidi sulforati (taurina, metionina e cisteina) che favoriscono le depurazioni tissutali, inoltre dalla metionina e dalla cisteina si ottiene il glutatione, importante antiossidante utile per combattere i radicali liberi, la cui produzione viene aumentata anche grazie al consumo delle crocifere (cavoli, broccoli ecc.), utilizzare largamente l’aminoacido Glicina, che troviamo in tutti gli alimenti proteici, che protegge dalle radiazioni gamma.

Anche la Curcuma svolge un’importante azione anti-radicali, così come l’ Eleuterococco, pianta che stimola la resistenza non specifica alle radiazioni, infine sarebbe utile incrementare anche l’apporto di Zinco, minerale “riparatore” e stimolatore del sistema immunitario.

Queste sono indicazioni di massima per difendersi dalle radiazioni, anche se in Europa, il rischio di contaminazione legato all’incidente nucleare giapponese è molto basso, per il Giappone invece la situazione purtroppo è molto grave, secondo l’Oms,  l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rischio di contaminazione radioattiva degli alimenti presenti sul territorio nipponico è molto serio.  Qualche giorno fa l’Oms aveva dichiarato che i problemi di contaminazione del cibo erano circoscritti ai prodotti agricoli coltivati nelle zone incluse in un raggio di 30 chilometri dalla centrale danneggiata. Analisi più recenti hanno fatto salire il livello d’allerta e ora gli esperti ritengono che il fenomeno possa riguardare un’area notevolmente più vasta. Il portavoce ha spiegato che gli studiosi stanno scoprendo in modo progressivo l’effettiva dimensione del problema, e quindi i dati sono in costante aggiornamento.

Informazioni su Studio Medico Perrone (547 Articoli)
Con sede in Corso Sempione 8 a Milano, propone un approccio integrato tra la Medicina allopatica e naturale. Da oltre 20 anni si occupa di Alimentazione, Intolleranze Alimentari e Medicina Estetica.