Peso . . . un aiuto dalla “natura”

peso natura

Peso . . . un aiuto dalla “natura”

Secondo le ultime stime gli obesi in Italia sono ormai 5 milioni e sono destinati ad aumentare ulteriormente,  limitarsi a pensare che è un problema di chi “mangia troppo” è riduttivo e profondamente errato, non si può quindi pensare di risolvere il problema con una semplice dieta ipocalorica standard. La realtà è che l’obesità è come abbiamo ripetutamente detto una patologia infiammatoria cronica ad eziologia multifattoriale quindi l’intervento terapeutico dovrà prendere in considerazione tutte le variabili implicate nella sua insorgenza e soprattutto deve essere rivolto ad ottenere un sostanziale cambiamento delle abitudini di vita che si mantenga nel tempo anche dopo il raggiungimento degli obiettivi.

Spesso nel momento in cui si decide di perdere peso si vorrebbero ottenere risultati veloci ma poiché generalmente l’ eccesso di peso è la conseguenza di uno stile di vita scorretto che dura da anni ricordiamoci che il modo più efficace per ottenere un discreto calo ponderale è attuare “il cambiamento” attraverso alcune strategie (Rimandiamo alla sezione sovrappeso/obesità: terapie).
Naturalmente se l’eccesso di peso è considerevole il soggetto preferibilmente si rivolge al medico specialista ma se i Kg da perdere sono pochi non è facile sfuggire al fascino di ottenere l’obiettivo rapidamente grazie all’ultimo preparato da banco (OTC) “miracoloso” di cui hanno fatto un’ottima pubblicità , ma a quale costo le pillole e i prodotti pubblicizzati per la perdita di peso possono far dimagrire? E sono delle opzioni sicure per la perdita di peso? Sono scevri da effetti collaterali ?

I farmaci da banco (OTC) over The Counter, vicino alla cassa, sono concepiti per essere utilizzati anche senza l’intervento del medico e possono essere richiesti direttamente dal paziente. 
I farmaci OTC generalmente sono destinati a porre rimedio a piccoli disturbi: ricostituenti, lassativi, vitamine, antiacidi, antiemorroidari, antinfiammatori, colliri. 
Essi devono possedere alcuni requisiti fondamentali . . .

  • contenere principi attivi già  impiegati in medicina (la loro immissione in commercio non può essere inferiore a 5 anni)
  • essere destinati a disturbi o sintomi di facile valutazione da parte dello stesso paziente. 
  • avere confezioni di volume ridotto, per terapie di breve durata.

I farmaci OTC sono gli unici per i quali è consentita la pubblicità direttamente al pubblico, tramite i mass media.
Considerando che l’utilizzo di fitocomplessi è in continua espansione, sia nella pratica medica che  nell’automedicazione riportiamo di seguito solo alcune tra le sostanze più usate nei farmaci da banco utilizzati per il calo ponderale. Ricordiamo che tali prodotti contengono principi attivi, spesso con elevato potere farmacologico dovrebbero essere utilizzati quindi da medici esperti consapevoli dei loro possibili effetti collaterali ed interazioni.

 INCREMENTO DELLA SPESA ENERGETICA
Sinefrina

Citrus-vulgarisLa sinefrina è un’amina simpaticomimetica comunemente utilizzata a fini dimagranti ed estratta dal frutto immaturo di Citrus aurantium (arancio amaro) cresce in regioni a clima subtropicale, compresa la Spagna ed il Sud Italia.

Si parla di ammina perché questa sostanza contiene un atomo di azoto, e di simpaticomimetica perché provoca reazioni simili a quelle regolate dal sistema nervoso simpatico  stimolanti, eccitanti e contraenti. 
La sinefrina ha guadagnato popolarità a discapito dell’efedrina, bandita nel 2004 dalla Food And Drug Administration per rischi correlati ad abusi: efedrina e sinefrina sono molto simili dal punto di vista chimico, ma mentre le proprietà dimagranti della prima sono ben note e documentate, minori sono le evidenze sull’azione termogenica della sinefrina anche se sappiamo che questa molecola interagisce con i recettori B3 adrenergici, localizzati prevalentemente nel tessuto adiposo bruno imputato a bruciare i grassi. Nei ratti, la sinefrina è in grado di provocare un aumento della termogenesi accompagnato ad una significativa riduzione dell’assunzione di cibo e del peso corporeo. Nell’uomo tutto ciò non sembra così evidente, forse perché la lieve attività lipolitica è compensata dall’effetto inibente della sinefrina sulla sintesi di AMP ciclico, molecola coinvolta nell’ossidazione (utilizzo a fini energetici) dei grassi. La sinefrina sembra inoltre incapace di interagire con i recettori B2, ovvero quei recettori considerati  importanti per la riduzione del grasso nell’uomo.

Secondo il ministero della salute, l’assunzione di sinefrina non deve superare i 30 mg/die, corrispondenti ad 800 mg di Citrus aurantium titolato al 4% in sinefrina.

La sinefrina produce un effetto sinergico con tiroxina, caffeina,  yohimbina, teina ed altri principi attivi simpatomimetici, spesso miscelati tra loro per ottenere un effetto termogenetico ed anoressizzante più marcato, la sinefrina  sia da sola che miscelata ad altri preparati determina un lieve rialzo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca è controindicata in presenza di cardiopatie e/o ipertensione. In gravidanza, allattamento e al di sotto dei 12 anni, se ne  sconsiglia l’uso.

 Efedra

 

efedraE’ una antica erba cinese (nota anche come ma huang)., le specie di maggiore interesse commerciale – Efedra sinica, Efedra intermedia, Efedra equisetina – sono di origine prevalentemente asiatica. Al suo interno si riconoscono alcuni alcaloidi in concentrazione prossima all’1%, tra i quali spiccano l’efedrina (60-80%) e la pseudoefedrina (20-34%). L’efedrina causa aumento della Pressione Arteriosa (provoca vasocostrizione), tachicardia, è uno stimolante del Sistema Nervoco Centrale, aumenta la termogenesi accelerando il metabolismo, ha azione simile – anche se inferiore – a quella delle amfetamine; diminuisce inoltre l’assunzione di cibo e riduce la conversione in grassi dei carboidrati assunti in eccesso.
L’utilizzo dell’efedrina pura (efedrina cloridrato o solfato) non è tuttavia scevro da controindicazioni, per la possibilità di effetti avversi a livello cardiovascolare (provoca palpitazioni ed ipertensione per questo va utilizzata con particolare prudenza da chi soffre di problemi cardiaci), gastrointestinali (nausea, vomito, stitichezza), psichiatrici (determina irrequietezza, nervosismo e convulsioni) e metabolici (è controindicata in presenza di diabete ed ipertiroidismo). La pseudoefedrina presenta controindicazioni analoghe, sebbene gli effetti avversi, a parità di dosaggio, siano più attenuati. 
Le suddette  importanti controindicazioni hanno portato molti Paesi, tra cui l’Italia e gli Stati Uniti, a bandire la vendita di efedra e la sua inclusione, un tempo molto popolare, negli integratori destinati alla perdita di peso efedrina e pseudofedrina continuano comunque ad essere utilizzati in diversi prodotti farmaceutici, molti dei quali OTC. 

Fucus
fucus

Il fucus è un’alga marina con tallo lungo fino ad 2 metri, molle e appiattito, di colore verde oliva.  La maggioranza delle specie del genere Fucus abitano i mari freddi, tuttavia ne esistono alcune a larga tolleranza per le regioni temperate e calde che, però, perdono capacità di riproduzione sessuale. Fucus vesiculosus è comune nelle isole Britanniche e in quelle atlantiche di America e Europa settentrionale, cresce anche lungo le coste rocciose del Marocco riproducendosi unicamente per frammentazione.

Il fucus è ricco di principi attivi  tra cui iodio inorganico e proteico, potassio, sali minerali, vitamine  acido alginico, carboidrati  carotenoidi, bromofenoli, acido ascorbico

A volte per il suo contenuto di Iodio e bromo il fucus viene indicato contro l’ipotiroidismo (attenzione però solo su consiglio medico); inoltre è un agente emostatico; per la presenza di numerose vitamine e minerali è un ottimo integratore; è efficace contro il reflusso gastro-esofageo grazie ai gel vischiosi formati dagli alginati che vanno a proteggere la mucosa dello stomaco Il fucus è utilizzato come stimolante del metabolismo basale nei casi di obesità ed ha un ampio utilizzo in prodotti dimagranti (perché produce un senso di sazietà producendo un gel nello stomaco). Viene inoltre utilizzato in prodotti anticellulite.

 

Yohimbè

ScutellariaYohimbe è il nome della droga ricavata dall’albero Pausinystalia yohimbe (Fam. Rubiaceae), particolarmente diffuso nelle regioni dell’Africa occidentale. Il principio attivo che la caratterizza è noto come Yohimbina, talvolta italianizzato nel termine “ioimbina”.

Yohimbe è la droga ottenuta dalla parte più interna della corteccia dell’albero Pausinystalia yohimbe; al suo interno troviamo un 5% circa di sostanze farmacologicamente attive, tra le quali la più conosciuta è l’alcaloide indolico Yohimbina, naturalmente accompagnato a sostanze di simile struttura ed attività (ioimbinina, ioimbenina).

Lo Yohimbe e la Yohimbina sono tradizionalmente considerati degli afrodisiaci e stimolanti le capacità fisiche e intellettuali. Nel primo caso si fa riferimento alle loro capacità di stimolare il desiderio e le performances sessuali. Nel mondo occidentale, la Yohimbina è conosciuta soprattutto come sostanza utile per favorire le performances sportive, e favorire il dimagrimento.

Dal momento che la droga Yohimbe può contenere percentuali diverse di Yohimbina e sostanze analoghe, gli effetti del suo principio attivo caratterizzante sono stati studiati isolandolo dal fitocomplesso e somministrandolo a dosi normalmente comprese tra i 15 ed i 30 mg – spesso divise in due o tre assunzioni giornaliere – sottoforma di yohimbina cloridrato (farmaco acquistabile soltanto dietro prescrizione medica). Se ne consiglia l’assunzione a digiuno soprattutto quando si intende favorire il processo di dimagrimento.

Specie se utilizzata a dosaggi elevati, la Yohimbina può produrre una lunga lista di effetti collaterali, come tachicardia ipertensione, insonnia, mal di testa, ansia allucinazioni ed attacchi di panico; se ne sconsiglia l’uso ai pazienti con patologie a carico di cuore, fegato e reni, o disordini psichici, nonché l’associazione con altre preparazioni stimolanti, come caffeina efedrina o amfetamine.

Per le numerose controindicazioni e le possibili interazioni farmacologiche, prima di assumere preparati a base di Yohimbina è necessario un consulto medico. Attualmente (Maggio 2010), lo Yohimbe non è commercializzabile in Italia come integratore alimentare.

 RIDUZIONE DEL SENSO DI FAME  
Efedrina
efedra1

L’efedrina è un protoalcaloide estratto da alcune piante appartenenti al genere Ephedra (famiglia Ephedraceae). Strutturalmente simile all’amfetamina di cui rappresenta il naturale precursore, l’efedrina viene utilizzata per migliorare la concentrazione, per sopprimere l’appetito, per favorire il dimagrimento e per il  trattamento  di asma e ipotensione.

In oculistica l’efedrina viene utilizzata come farmaco midriatico (ha la capicità di dilatare la pupilla).
Nonostante i ben documentati effetti collaterali, l’efedrina è facilmente reperibile a dosaggi consistenti anche in Italia, in quanto presente come principio attivo in molti prodotti da banco venduti in farmacia o nelle erboristerie.

Talvolta l’efedrina viene chiamata Ma Huang (Ephedra sinica) rifacendosi al nome di una pianta molto popolare nella medicina tradizionale cinese e particolarmente ricca di efedrina.

L’efedrina è contenuta in molti prodotti ad “azione dimagrante”. Una delle caratteristiche più interessanti di questa sostanza, simile ma più potente di quella esercitata dalla caffeina riguarda la capacità di accelerare il metabolismo stimolando la secrezione di catecolamine

Questo effetto, associato al potere inibente sull’appetito, non è quantificabile e varia da soggetto a soggetto. L’assunzione di prodotti a base di efedrina a scopo dimagrante può comunque risultare impropria e potenzialmente pericolosa.

L’utilizzo concomitante di efedrina o pseudo efedrina ed altri stimolanti come caffeina ed anfetamine dovrebbe essere evitato; oltre agli effetti dopanti si amplificano infatti anche quelli collaterali che mettono a dura prova il sistema nervoso e cardiovascolare fino a produrre aritmie e disordini cerebrovascolari anche di notevole entità.

Particolarmente a rischio sono i soggetti che soffrono già di problemi cardiaci, malattie tiroidee e diabete. Agendo come stimolante sul sistema nervoso centrale, l’efedrina può indurre irrequietezza, nervosismo, allucinazioni, convulsioni, insonnia psicosi e tremori; terminato il suo effetto l’individuo cade in uno stato di profonda sedazione con comparsa di depressione e pensieri suicidari; l’uso di efedrina aumenta sensibilmente la pressione arteriosa (ipertensione) e la frequenza cardiaca (tachicardia). Tra gli effetti collaterali ricordiamo inoltre disturbi gastrointestinali gastrointesinali (nausea, vomito, stitichezza). 

 

Glucomannano
glucomannano

Il Glucomannano è un polisaccaride ad alto peso molecolare, formato dalla concatenazione di tante piccole unità di glucosio e mannosio (zucchero molto diffuso nei polimeri vegetali). Il glucomannano viene estratto dal tubero di Amorphophallus konjac è dotato di una notevolissima capacità di assorbire i liquidi, in presenza dei quali è in grado di aumentare il proprio volume fino a circa 80 volte rispetto a quello a secco.

Viene considerato un supplemento ideale nell’ambito di diete finalizzate al controllo o alla riduzione del peso corporeo, esso infatti per la capacità di aumentare il proprio volume ha un duplice effetto: da un lato attenua il senso di fame e dall’altro riduce l’assorbimento di grassi e zuccheri. Per questa caratteristica  il glucomannano assume una certa importanza  anche nell’alimentazione dei diabetici, in quanto impedisce un rapido innalzamento della glicemia e nelle dislipidemie.
Aumentando la velocità di transito nel lume intestinale il glucomannano riduce il tempo di contatto tra le tossine e la parete intestinale, contribuendo a prevenire alcune forme tumorali come il cancro al colon.

Infine, grazie alla sua azione igienizzante e regolatrice, il glucomannano è indicato in caso di ridotto apporto dietetico di fibra ed aiuta a risolvere i problemi di stitichezza

Essendo una fibra, il glucomannano può interferire sull’efficacia dei farmaci, sarebbe pertanto utile questa fibra lontano dall’assunzione di farmaci , perché potrebbe ridurne l’assorbimento e quindi diminuirne l’effetto. 

In alcune persone potrebbe dare stitichezza, ma questo generalmente è imputabile a una scarsa assunzione della quantità di acqua.

Effetti indesiderati come meteorismo e sensazione di gonfiore allo stomaco sono abbastanza comuni ma scompaiono pochi giorni dopo aver sospeso la cura. Infine, è importante non fare troppo affidamento sugli integratori di glucomannano che, pur rappresentando un valido aiuto, devono essere sempre inseriti in un contesto che preveda un cambiamento di dieta e maggiore esercizio fisico. E’ infatti chiaro che la semplice aggiunta di glucomannano non potrà mai sostituire i benefici di una vita attiva e di una dieta naturalmente ricca di frutta, verdura e cereali integrali. 

Guggul
Guggul

Guggul (Commiphora mukul) è una pianta tropicale spinosa, molto utilizzata in India, dove nel 1987 ha ottenuto l’, autorizzazione alla vendita come prodotto ipolipidemizzante, utile per abbassare i livelli ematici di colesterolo totale LDL (cattivo), aumentando nel contempo la frazione HDL (colesterolo buono) e trigliceridi. Gli estratti standardizzati contengono una sostanza detta guggulipide, a sua volta costituito da composti steroidei chiamati guggulsteroni (gugglsterone E e gugglsterone Z).
Non è ancora chiaro l’esatto meccanismo d’azione tramite cui il guggulipide esplicherebbe la propria attività ipocolesterolemizzante ed ipolipidemizzante. Tra le varie ipotesi avanzate vi è anche una possibile azione stimolante a livello della ghiandola tiroide che ne giustificherebbe l’impiego come riducente del grasso corporeo (la Commiphora mukul è ingrediente comune di molti supplementi dimagranti atti ad elevare il metabolismo). Sono inoltre emerse evidenze su una sua possibile azione antiaterogena e fibrinolitica, utile nella prevenzione dei gravi eventi cardiovascolari riconducibili alla formazione di trombi ed ateromi.
Gli effetti collaterali sono in genere lievi e limitati alla comparsa di rush cutanei (arrossamenti, pruriti) nei primi giorni di trattamento in pazienti ipersensibili agli estratti. Sono inoltre possibili reazioni indesiderate a livello gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea, eruttazione, singhiozzo), accompagnate a cefalea . Non è consigliabile in gravidanza e durante l’allattamento

Questa pianta può ridurre l’assorbimento intestinale del propranololo, un farmaco ad azione beta bloccante e del diltiazem, entrambi utilizzati nel trattamento dell’ipertensione.

Cautela nella contemporanea associazione con anticoagulanti, siano essi di sintesi (ad es. coumadin, aspirina) o di origine naturale (gingko, gambo d’ananas, aglio, noce moscata, meliloto…).

 Psyllium
psyllium

La plantago psyllium-psillio è una pianta officinale appartenente alla famiglia delle plantaginaceae.
Cresce principalmente nell’Europa del sud, in Nord Africa e in Asia. Nel seme troviamo sostanze lipidiche acidi grassi insaturi, proteine, degli steroli, tracce di alcaloidi ciclopentapiridinici, una sostanza iridoide che è l’aucuboside e numerosi zuccheri. La quantità di mucillagine presente è di circa il 30%. 
Ha un effetto lassativo di tipo meccanico e osmotico, legato al fatto che le mucillagini altamente idrofile di questa droga aumentano molto di volume in presenza di liquidi (fino a circa 30-40 volte il loro volume a secco), formando un gel voluminoso che aumenta il volume del bolo fecale, stimolando così la peristalsi e facilitando l’evacuazione. Lo Psillio preso con abbondanti liquidi 60 minuti prima dei pasti principali aumenta, seppure in modo moderato, il senso di sazietà, che permane per circa due ore dopo la fine del pasto. Lo psillio ha un’azione ipocolesterolemizzante: queste mucillagini contribuiscono a ridurre l’assorbimento intestinale dei lipidi, con diminuzione del colesterolo totale ma senza modificazioni apprezzabili del colesterolo HDL e dei trigliceridi. Esso inoltre ha una azione ipoglicemizzante: può anche ridurre l’assorbimento intestinale dei glucidi, con diminuzione del picco iperglicemico postprandiale e con potenziamento dell’efficacia dei farmaci ipoglicemizzanti. È importante ricordare che questa droga va assunta con forti quantità di liquidi. Lo psillio è controindicato in pazienti affetti da stenosi pilorica e da occlusione o subocclusione intestinale, e va somministrato con cautela nel paziente portatore di megacolon o di megadolicocolon, può ridurre l’assorbimento intestinale di altre sostanze farmacologicamente attive. Esse vanno quindi assunte almeno 1 ora prima o almeno 3 ore dopo l’ingestione dello psillio. Può essere somministrato in gravidanza, durante l’allattamento e nel bambino.

Nope (N-oleil-fosfatidiletanolamina)

soia

La  NOPE è un fosfolipide presente in molti cibi d’origine animale e vegetale, particolarmente abbondante nella soia, nelle uova e nel cioccolato.  A livello intestinale la NOPE, assunta con gli alimenti o sintetizzata dallo stimolo del pasto, è idrolizzata, dalle fosfolipasi D delle membrane cellulari, a N-oleil-etanolamide (NOE) ed acido fosfatidico.
La NOPE ha  suscitato grande interesse perché è in grado di contrastare l’effetto dell’anandamide (N-arachidoniletanolamina), un agonista dei recettori cannabinoidi. Da tempo è noto che l’attivazione di questi recettori comporta un aumento dell’appetito e, di conseguenza, un aumento dell’assunzione di cibo. Recentemente è stato dimostrato nei ratti che la somministrazione di NOPE, promuovendo l’attivazione dei recettori nucleari PPARα  e del recettore GPR119 è in grado di ridurre l’assunzione di cibo e di favorire il calo ponderale negli animali obesi ed in sovrappeso.

In questo modo la NOE è in grado di ridurre l’assunzione di cibo e di favorire il calo ponderale. Alcuni dati sull’uomo dimostrano l’esistenza di una relazione inversamente proporzionale fra NOE ematica e Body Mass Index, così come di ridotti livelli di NOE in soggetti diabetici e nelle donne in menopausa. Queste osservazioni giustificano il razionale per un uso della NOPE come integratore.
Le azioni svolte da NOPE sono quindi:

SAZIANTE attivazione recettori PPARα con stimolazione del nervo vago

AZIONE IPOLIPEMIZZANTE attraverso attivazione recettori PPARα e del FAT/CD36

AZIONE IPOGLICEMIZZANTE attraverso attivazione dei recettori GPR119.


PRODOTTI SAZIANTI

Rhodiola Rosea

rhodiola-rosea

La Rhodiola rosea L. è un’erba appartenente alla famiglia delle Crassulacee. Originaria della Russia e dell’Asia e tipica delle zone montuose e dei climi freddi è una pianta adattogena (termine coniato dallo scienziato Russo Nicolai Lazarev nel 1947) ovvero la rodiola migliora la capacità dell’organismo di adeguarsi ai cambiamenti esterni e di reagire agli eventi stressogeni. Contrasta quindi l’affaticamento fisico e mentale e gli effetti che ne possono conseguire, tra cui l’ansia.

La rodiola trova impiego anche nel trattamento dell’obesità e del sovrappeso, poiché stimola il metabolismo dei grassi e controlla “ la fame nervosa” essa infatti è in grado di innalzare i livelli di serotonina utile a ridurre il desiderio ossessivo di carboidrati ed incrementa i livelli di dopamina, sostanza capace di trasmettere al SNC il segnale di sazietà.  La rodiola inoltre favorisce la memoria, le capacità di apprendimento, aumenta il rendimento lavorativo, aumenta la capacità di concentrazione, previene le variazioni ormonali indotte dallo stress, ha una azione cardioprotettiva. La Rodiola è utile anche come antidepressivo, stimola il sistema immunitario, aiuta per stimolazione dei livelli di   serotonina nel sangue,  il controllo del sonno, del comportamento, dell’umore, Rhodiola rosea è controindicata in gravidanza ed allattamento; non sono noti effetti collaterali e tossicità.

 

Triptofano
triptofano

Il triptofano è un amminoacido essenziale che significa che non può essere sintetizzato dall’organismo e deve essere assunto attraverso gli alimenti. Gli alimenti che  ne sono maggiormente  ricchi sono  i legumi, le carni il pesce e le uova. Particolarmente noti per l’elevato contenuto in triptofano sono il cioccolato, le arachidi, il latte e derivati, l’alga spirulina ed i semi di sesamo.   Il triptofano oltre ad essere un aminoacido indispensabile per la sintesi proteica  è anche necessario all’organismo per produrre:

Niacina: indispensabile per i normali processi gastrointestinali e nervosi

La niacina, meglio conosciuta come vitamina B3 o PP, è coinvolta nei metabolismi cellulari che convertono i macronutrienti in energia; indicativamente circa il 3.3% del triptofano alimentare viene destinato alla sintesi di niacina. Affinché il triptofano possa essere trasformato in niacina, nel corpo devono essere presenti in quantità sufficienti la vitamina B-6, la riboflavina e il ferro. La niacina, a sua volta, aiuta l’organismo a produrre la serotonina, un neurotrasmettitore che agisce come agente calmante sul cervello e svolge un ruolo-chiave nel sonno.
Serotonina: collegata al controllo dell’umore e dell’appetito La serotonina è un neurotrasmettiore sostanzialmente eccitatorio, sintetizzato attraverso una via metabolica chiamata triptofano idrossilasi. Nota anche come “ormone del buonumore”, la serotonina può essere convertita in melatonina. Le ricerche dimostrano anche che l’aumento dei livelli di triptofano nel sangue porta ad una diminuizione dell’appetito, specialmente verso gli zuccheri e gli amidacei come il pane. Degli studi recenti hanno dimostrato inoltre che le persone in notevole sovrappeso soffrono cronicamente di bassi livelli di triptofano. E’ noto che il livelli di triptofano nel sangue calano durante le diete intense.

Melatonina: importante per la regolazione del sonno . Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che dei bassi livelli di triptofano posso causare l’insonnia. Di conseguenza, l’aumento di triptofano può aiutare a normalizzare le fasi di riposo. 

RIDUZIONE DELL’ASSORBIMENTO INTESTINALE
Chitosano


chitosan
Il chitosano è una sostanza scoperta casualmente nel 1859 da C. Rouget, uno scienziato francese che stava cercando di produrre un sapone naturale. È un derivato della chitina  una fibra naturale molto diffusa e simile alla cellulosa.

Il chitosano si trova in abbondanza nello scheletro esterno degli Artropodi e dei Crostacei in particolare. Sia la chitina che il chitosano possiedono alcune interessanti caratteristiche fra le quali ricordiamo la biodegradabilità, la biocompatibilità, la bioadesività e l’atossicità. Il chitosano viene utilizzato come dimagrante e come preparato utile alla riduzione del colesterolo LDL, aumento di quello HDL, la riduzione della glicemia è controversa.

Chi consiglia l’utilizzo del chitosano quale sostanza bruciagrassi sostiene che questa fibra avrebbe la capacità di “catturare” nell’intestino circa il 15-20%  dei grassi introdotti con la dieta ma secondo altri autori l’assunzione di chitosano non sortisce effetti significativi né come dimagrante né come sostanza ipocolesterolemizzante Fra gli effetti collaterali degli integratori a base di chitosano sono segnalati disturbi di tipo gastrointestinale e sensazione di pesantezza; il chitosano potrebbe inoltre inibire l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E e K). 

Nopal

fichi india

Il Nopal Opuntia ficus-indica è un cactus molto diffuso in Messico ormai diffuso in tutte le zone temperate e in particolare nel mediterraneo. L’uso del Nopal come alimento risale al periodo Maya. Il cactus del Nopal è una fonte ricca di fibra solubile insolubile cellulosa, emicellulosa, lignina, pectina, mucillagini.

L’estratto di opunzia è ricco di sali minerali, soprattutto calcio e fosforo e di vitamina C, svolge un’importante funzione sul metabolismo dei grassi, rendendoli non assorbibili dall’intestino, e questo migliora anche il metabolismo glico-lipidico, molto semplicemente impedisce che parte degli zuccheri e dei grassi assunti con l’alimentazione vengano assorbiti. Per mantenere la sua efficacia l’estratto di opunzia deve essere assunto con abbondante acqua prima dei pasti, questo provoca un aumento del suo volume all’interno dell’intestino, riducendo il senso di fame e favorendo la funzionalità intestinale.

AZIONE SUL METABOLISMO GLUCIDICO/LIPIDICO
Faseolamina
faseolamina

La faseolamina è una glicoproteina ricavata dal fagiolo bianco (Phaseolus vulgaris). Molto conosciuta nel settore degli integratori alimentari si comporta come un inibitore selettivo delle alfa-amilasi  enzimi pancreatici deputati alla digestione dell’amido Rallentando la digestione e l’assorbimento dell’amido, la faseolamina favorisce la riduzione del peso corporeo; può inoltre contribuire a migliorare l’equilibrio glicemico in presenza di ridotta tolleranza al glucosio, naturalmente in associazione ad una dieta corretta e ad una regolare attività fisica e preferibilmente sotto controllo medico (potrebbe interferire con l’attività di alcuni farmaci).

La faseolamina è priva degli effetti collaterali tipici degli integratori con effetto termogenico/stimolante anche se talvolta potrebbe determinare lievi disturbi gastrointestinali, spesso si trova associata ad altri princìpi attivi che promuovono la riduzione del peso corporeo (chitosano e fibre in genere).

 
Tè verde

tè verdeTè verde più salute meno peso  vedi articolo

Tra i costituenti che rendono così preziosa questa antica bevanda, in particolare ricordiamo carotenoidi, clorofilla, polisaccaridi, vitamina C ed E, manganese, potassio e zinco. I maggiori benefici per la salute però, sono legati alla presenza dei polifenoli, questi ultimi si compongono di 6 tipi di catechine e dei loro derivati (gallati), di cui l’EGCG (EpiGalloCatechinGallato), quantitativamente il più importante, è anche considerato l’ingrediente più attivo per le potenti proprietà anti-ossidanti, li troviamo anche nella verdura, nella frutta, nel cioccolato e nel vino rosso. Tutti i tipi di tè li contengono, ma il tè verde in particolare non subendo processi di fermentazione mantiene intatte le proprietà antiossidanti dei suddetti polifenoli. Tra le catechine le  EGCG (EpiGalloCatechinGallato), sono indicate dagli esperti come le più importanti per la prevenzione dei tumori. E’ stato inoltre dimostrato che tali sostanze hanno un potere antiossidante 20 volte più forte della vitamina E nel proteggere i lipidi del cervello, che sono molto sensibili agli stress ossidativi (Chem Pharm, Bulletin 38-1990).
Numerose sono le patologie che il tè verde, in base a recenti studi, sembra in grado di prevenire, ma non solo, come dimostra uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori italiani ha un effetto benefico sul calo ponderale. Di seguito riportiamo il lavoro scientifico:   Rondanelli M, Opizzi A, Solerte SB, Trotti R, Klersy C, Cazzola R        Administration of a dietary supplement ( N-oleyl-phosphatidylethanolamine and epigallocatechin-3-gallate formula) enhances compliance with diet in healthy overweight subjects: a randomized controlled trial.  

Banaba

lagerstroemia_speciosa5
E’ una pianta del sud-est asiatico (Lagerstroemia speciosa) le cui foglie vengono utilizzate, specie nelle Filippine (dove la pianta è appunto chiamata Banaba), come droga vegetale per trattare le iperglicemie e l’obesità. Una serie di studi in vitro ed in vivo (inclusi alcuni trial clinici) hanno confermato che gli estratti di Lagerstroemia speciosa possiedono un effetto ipo-glicemizzante apprezzabile ed hanno consentito di isolare ed identificare l’acido corosolico, quale principio attivo cui si deve l’azione terapeutica. I dati di laboratorio confermano scientificamente quanto tramandato dalla tradizione popolare, e svelano il sorprendente meccanismo d’azione dell’acido corosolico, l’unica molecola di derivazione naturale che sembra comportarsi come una fito-insulina. Di particolare valenza scientifica sono i lavori di Kazuo Yamasaki, docente presso l’Institute of Pharmaceutical Science della Hiroshima University School of Medicine che per primo ha isolato l’acido corosolico, il principio attivo della Lagerstroemia. 

Cromo
cromo

Una nota  deve essere fatta sul cromo in quanto esso è pressoché onnipresente nei preparati finalizzati al calo ponderale Nonostante la strategia utile ad assicurarsi benessere e salute sia data dalla relazione sinergica tra un’alimentazione corretta e una moderata attività fisica, non dobbiamo negare il ruolo benefico svolto dal cromo nel mantenimento di un buon stato di salute. Numerosi studi hanno documentato che una delle principali funzioni del cromo è quella di favorire l’equilibrio degli zuccheri nel sangue, ottimizzando l’azione dell’insulina. Una dieta carente di cromo favorisce un innalzamento degli zuccheri nel sangue quasi immediato. Il meccanismo d’azione è legato ad un aumento del numero di recettori per l’insulina, ed un aumento della sensibilità recettoriale all’insulina, ovvero della capacità del recettore dell’insulina di interagire con l’ormone stesso.

Ma non solo ……….. esso entra in gioco anche nel metabolismo di grassi e proteine
Tale oligoelemento  concorre a tenere basso il livello di lipidi nel sangue, ed inoltre secondo alcuni autori il cromo favorirebbe l’aumento del colesterolo buono (HDL-col).

Riassumendo il cromo potenzia l’azione dell’insulina e pertanto influenza il metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine,  non a caso chi ne è carente tende ad aumentare di peso. Il cromo è quindi un valido aiuto nel trattamento di sovrappeso, sindrome metabolica, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperinsulinismo.

Gli alimenti che contengono cromo più biologicamente adatti per il corpo sono: il lievito di birra, il fegato, la carne di manzo, il pane integrale (il cromo viene rimosso dal grano raffinato), le barbabietole, la melassa di zucchero di barbabietola, i rognoni di maiale, carni e formaggi e spezie come il pepe nero, il timo e i funghi. L’acqua dura può fornire una percentuale del fabbisogno giornaliero che va dall’1 al 70%. Le persone più esposte alla carenza sono gli anziani, quelli che praticano regolarmente sport molto stancanti (i corridori) e le gestanti.