Introduzione a Sovrappeso e Obesità

obesità

Introduzione a Sovrappeso e Obesità

Dati dell’OMS evidenziano come in Italia la maggior parte dei decessi vengono ricondotti ai seguenti fattori di rischio:
  • scorretta alimentazione
  • abuso di alcool
  • inattività fisica e fumo
In particolare alimentazione e inattività fisica sono condizioni che aumentano la prevalenza di sovrappeso ed obesità.
In Europa il sovrappeso e l’obesità sono responsabili dell’80% dei casi di diabete di tipo 2, del 55% dei casi di ipertensione arteriosa e del 35% dei casi di cardiopatia ischemica (Sindrome Metabolica). Non dimentichiamoci però del rischio per la comparsa di neoplasie.
In Italia la percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35-40%, con una prevalenza del sesso maschile, mentre la percentuale di soggetti obesi è di circa il 10-20%, con una piccola prevalenza per il sesso femminile e per le regioni meridionali. 
A seconda della gravità della condizione, l’aspettativa di vita nella popolazione severamente obesa è ridotta di 9 anni nelle donne e di 12 anni negli uomini e finalmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto l’obesità come una vera e propria patologia
E’ un fenomeno sociale e culturale, che riguarda entrambi i sessi, tutte le fasce di età e le classi sociali e non è più una piaga esclusiva dei paesi industrializzati ma anche di molti di quelli in via di sviluppo
Ci troviamo di fronte a una preoccupante emergenza che necessita di interventi come la prevenzione, la diffusione di nuove abitudini alimentari e di un corretto stile di vita, e la cura efficace e duratura dei casi esistenti.
Parlare di sovrappeso ed obesità e limitarsi a definirli un problema di chi “mangia troppo” è riduttivo e profondamente errato, e talvolta è inconcludente pensare di risolvere semplicemente il problema con una dieta ipocalorica standard. Da tempo è stabilita l’esistenza di una predisposizione genetica all’obesità. Certe persone portano con sé alcuni “errori funzionali” a livello delle sequenze di DNA responsabili della tendenza all’aumento del volume di contenuto corporeo adiposo.
Più recentemente, è stato inserito  tra i fattori ambientali, causa di sovrappeso/obesità, lo stress, o meglio la risposta individuale nei confronti di situazioni stressanti. Infatti, chi reagisce in modo attivo, cercando di eliminare le cause delle contrarietà, in genere ingrassa molto più difficilmente rispetto a chi si adatta. Secondo gli endocrinologi, nel primo caso, si ha una risposta del sistema nervoso del sistema neurovegetativo e la produzione di adrenalina; nel secondo caso, si ha una risposta ormonale che promuove la produzione di corticosteroidi (cortisolo), un ormone che favorisce la formazione del tessuto adiposo a livello viscerale. Questo aspetto sottolinea l’importanza di un approccio psicologico alla cura dell’obesità.
L’obesità è come abbiamo detto una vera e propria patologia spesso ad eziologia multifattoriale quindi l’intervento terapeutico dovrà prendere in considerazione tutte le variabili implicate nella sua insorgenza ricordiamoci che  la “dieta” efficace per tutti, non esiste; bisogna adattare e rendere sempre più “ad personam” il piano nutrizionale prescritto. E’ preferibile perdere qualche chilo in meno del previsto ma riuscire a mantenere nel tempo i risultati ottenuti e contemporaneamente imparare a conoscere il proprio corpo, a mangiare e ad alimentarsi in modo corretto sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Sicuramente la società in cui viviamo non sempre ci è di aiuto nell’evidenziare che la bellezza non sta nell’eccessiva magrezza, che ci sono diverse strutture corporee, che non tutte le persone “devono” avere un corpo da indossatrice e che l’indossatrice non è l’esempio da raggiungere . . .  esistono bellezze superiori in “qualche chilo in più” e quasi mai esistono bellezze in “qualche chilo in meno”.
La semplice valutazione del peso non è più un parametro corretto per definire il normopeso (es. formule sottostanti),  dal 1999 esistono delle Linee guida (Ligio ’99) che consentono di ragionare in modo più corretto ed uniforme sulla definizione di sottopeso, normopeso, sovrappeso ed l’obesità (vedi approfondimento sottostante BMI).
 
Formula per il calcolo del peso ideale
Il sovrappeso e l’obesità vengono “definite” come un aumento del tessuto adiposo. Un soggetto adulto in normopeso presenta una fisiologica percentuale di tessuto adiposo che nell’uomo oscilla dal 10-20% e nel sesso femminile tra il 15-25%.
L’accumulo di tessuto adiposo è legato (solo in teoria) ad un eccessivo introito alimentare e/o ad uno scarso dispendio energetico rispetto al metabolismo basale – BMR (calorie necessarie a mantenere in vita un individuo nelle condizioni di riposo e di digiuno da almeno 8 ore, in condizione di neutralità ambientale e in assenza di stress fisico e psichico). Dobbiamo prendere le definizioni con tutti i loro limiti, infatti come abbiamo precedentemente detto, le cause del sovrappeso e soprattutto dell’obesità spesso NON si limitano ad un aumentato introito alimentare e/o ad una ridotta attività sportiva, spesso infatti vi sono concause o cause secondarie.
 
In base alla patogenesi l’obesità si distingue in:
  • obesità essenziale (forma per la quale non è stata ancora oggi identificata l’esatta patogenesi; le varie ipotesi al riguardo coinvolgono fattori genetici, metabolici, nutrizionali, sociali e culturali) 
  • obesità secondaria (dovuta a cause genetiche, ipofisarie, endocrine, neuroendocrine ed ipotalamiche, forme psicogene, uso ed abuso di farmaci). 
In base alla distribuzione del tessuto adiposo (massa grassa) l’obesità viene distinta in:
  • Androide 
    (distribuzione centrale, addominale/ viscerale)
  • Ginoide
    (distribuzione gluteofemorale, fianchi e cosce)
Tale distribuzione è un fattore importante per la valutazione del rischio cardiovascolare del paziente obeso. Infatti oltre alla valutazione dei chili in eccesso è importante come sono distribuiti nel corpo; tale differenza spiega perchè non tutte le persone obese sviluppano patologie cardiovascolari. Tale evidenza è nota da ormai 50 anni, ma sempre più studi evidenziano e confermano il rischio di complicanze metaboliche e/o cardiovascolari soprattutto per i soggetti con una distribuzione del tessuto adiposo di tipo androide. Dagli anni ’80 molte ricerche hanno dimostrato che la resistenza insulinica, l’intolleranza al glucosio e le dislipidemie (segni della sindrome metabolica), si accompagnano alla forma androide dell’obesità.
Il parametro più utilizzato per la valutazione del sovrappeso e dell’obesità è il calcolo del BMI o Body mass index o Indice di massa corporea che è il rapporto fra il peso (espresso in Kg) ed il quadrato dell’altezza (espressa in metri) = Kg/m2). 
formula
ft
in
lbs
cm
kg

Definizione

BMI

(Kg/m2)

Classe di Obesità

Rischio relativo

 

Circonferenza vita (cm)

 

Uomini < 102 <94

Donne < 88 <80

Uomini > 102>94

Donne > 88
>80

Sottopeso

< 18.5

 

 

 

Normopeso

18.5 – 24.9

Aumentato

Sovrappeso

25-29.9

Aumentato

Elevato

Obesità moderata

30-34.9

I

Elevato

Molto Elevato

Obesità severa

35-39.9

II

Molto elevato

Obesità morbigena

> 40

III

Estremamente elevato


Attenzione la circonferenza vita è correlata ancor più del BMI ai rischi per la salute legati all’eccesso di peso corporeo e può essere utilizzata come indicatore di rischio associato al sovrappeso o all’obesità.

C. Bray stabilisce la gravità del rischio cardiovascolare secondo la circonferenza vita
  • Molto bassa < 70 cm (donne) Bassa 70-89 (donne) 80-99 (maschi)
  • Alta 90-109 (donne) 100-120 (maschi)
  • Molto alta >110 (donne) >120 (maschi)
Un altro parametro da considerare sempre è la  % di Body fat (Massa grassa) che potrà essere misurata mediante plicometria o impedenziometria