Trigliceridi alti ?

Si parla di ipertrigliceridemia tutte le volte che le analisi ematiche evidenziano valori di trigliceridi alti, cioè superiori ai 200 mg/dL Molto spesso i trigliceridi alti si associano ad una maggiore suscettibilità a malattie come trombosi, coronaropatie, angina ed infarto questa relazione è particolarmente valida quando l'ipertrigliceridemia si accompagna ad altri fattori di rischio, come l'aumento del colesterolo LDL e la riduzione della frazione HDL.

Trigliceridi alti?

Si parla di ipertrigliceridemia tutte le volte che le analisi ematiche evidenziano valori di trigliceridi alti, cioè superiori ai 200 mg/dL. Conoscere la concentrazione sanguigna di questi lipidi è molto importante, poiché permette di stabilire il rischio cardiovascolare di un individuo.
Molto spesso i trigliceridi alti si associano ad una maggiore suscettibilità a malattie come trombosi, coronaropatie, angina ed infarto questa relazione è particolarmente valida quando l’ipertrigliceridemia si accompagna ad altri fattori di rischio, come l’aumento del colesterolo LDL e la riduzione della frazione HDL.
I trigliceridi alti sembrano più pericolosi per le donne e per chi soffre di diabete, non sempre, però, l’ipertrigliceridemia può essere considerata un fattore di rischio cardiovascolare perchè la pericolosità dipende dal tipo di lipoproteine in cui i trigliceridi sono prevalentemente immagazzinati. Sebbene questi lipidi siano presenti in tutti i tipi di lipoproteine , essi si concentrano soprattutto all’interno dei chilomicroni, che non sembrano però essere aterogenici, grazie alle loro grandi dimensioni che impediscono di infiltrarsi sotto l’ endotelio. Al contrario, le lipoproteine VLDL e soprattutto le LDL, sono probabilmente aterogeniche (favoriscono la genesi dell’aterosclerosi); in linea generale il potere aterogeno aumenta al diminuire della dimensione delle lipoproteine.

Trigliceridi
nella norma
<150 mg/dl
Trigliceridi borderline 150-199 mg/dl

Trigliceridi
alti

200-499 mg/dl

Trigliceridi
molto alti
>500 mg/dl

I trigliceridi alti sono un marker tipico della cosiddetta sindrome metabolica, che non è una semplice malattia, perchè racchiude un’insidiosa combinazione di patologie che insieme comportano un elevato rischio di comparsa di eventi cardiovascolari.  Approfondimento: visitate la sezione Sovrappeso e obesità

Tra le principali cause di ipertrigliceridemia ricordiamo

  • Dieta molto ricca in carboidrati
  • Fumo di sigaretta e/o eccessivo consumo di alcolici
  • Sovrappeso ed obesità
  • Sindrome metabolica
  • Diabete mellito e insulino-resistenza
    . . . . . . . .

In caso di ipertrigliceridemia la dieta deve essere rivolta a correggere il sovrappeso e l’ obesità, ridurre o meglio astenersi dal consumo di alcol, ridurre il consumo di zuccheri semplici, portare in tavola cereali integrali e non raffinati, aumentare l’apporto di fibra alimentare, inserire nella propria dieta settimanale per 3-4 volte il pesce, ridurre la carne che sarà sostituita dai legumi, limitare il consumo di cibi ricchi di grassi saturi, sostituendoli con quelli ricchi di acidi grassi monoinsaturi ed in particolare di acido oleico (olio di oliva, frutta secca . . . .), evitare i grassi vegetali idrogenati, assumere alimenti ricchi di antiossidanti ed infine non dimentichiamoci dell’attività fisica.
E’ importante inoltre ricordare che è possibile ridurre i trigliceridi efficacemente, grazie a indicazioni che possono diventare l’inizio di un cammino verso la guarigione con un percorso terapeutico specifico.

Il nostro percorso terapeutico, da attuare in caso di ipertrigliceridemia, prevede:

  • Anamnesi patologica e alimentare -Visita medica specialistica comprensiva di valutazione dei parametri antropometrici (peso, altezza, Body Mass Index, % Body fat, circonferenza vita) ed eventuale modulazione dei farmaci in uso.
  • Esecuzione Test DRIA o F.I.T. Test (IgG) per l’individuazione di eventuali reattività alimentari.
  • Formulazione di un programma nutrizionale-dietologico, che tenga conto delle reattività alimentari riscontrate e che abbia come scopo l’acquisizione di corrette abitudini alimentari che mantengano nel tempo i risultati ottenuti.
  • Consegna di un resoconto scritto dell’esame svolto, delle schede relative alle ipersensibilità alimentari riscontrate, e dell’elaborato del programma nutrizionale.
  • Follow up con controlli successivi da decidere in relazione alla condizione clinica e in cui valutare attentamente le variazioni dei dati di laboratorio.