Vitamina D delle meraviglie
Una sua carenza può essere la causa di alcune patologie come: malattie autoimmuni, sarcopenia, infezioni, Alzheimer

Vitamina D delle meraviglie
Tutti pensiamo di conoscere la Vitamina D, normalmente la consideriamo una terapia per patologie ossee oppure un supplemento per le donne in menopausa come prevenzione per l’osteoporosi.
Molti studi negli ultimi anni hanno evidenziato che oltre all’utilizzo sopraindicato, la sua carenza può essere causa di alcune patologie come: malattie autoimmuni, sarcopenia, infezioni, Alzheimer ecc. ecc.
Importante l’azione di questa vitamina sul ritmo sonno/veglia e sulla sensibilità nocicettiva (Oliveira DL, Hirotsu C, Tufik S, Anderesen ML “The interfaces between vitamin D, sleep and pain”). L’integrazione della vitamina unito ad un buon riposo, ha un ruolo terapeutico nei disturbi del sonno e nella prevenzione del dolore cronico.
Anche il diabete è influenzato dalla presenza della vitamina D, infatti l’insulina è un ormone prodotto sotto il suo controllo.
Esistono evidenze (Wepner F, Scheur R, Schuetz-Wieser B, Machacek P, Pieler-Bruha E, Cross HS, Hahne J, Friederich M – “Effects of vitamin D on patients with fibromyalgia Syndrome: A randomized placebo-controlled trial” Pain 2014 Feb; 155-2:261-8) che correlano la carenza della vitamina D con lo sviluppo della fibromialgia. A 30 donne con fibromialgia e valori di vitamina D inferiori a 32 mg/ml è stato somministrato per 20 settimane placebo o vitamina D . . . Al termine della sperimentazione, nel gruppo trattato con vitamina D si è evidenziata una netta riduzione del dolore e un miglioramento della funzionalità fisica.
Uno studio pubblicato su Nutrition, Metabolismo & Cardiovascular diseases, condotto da medici dell’Università degli Studi di Milano e dal Policlinico San Donato, ha evidenziato l’associazione tra la carenza della vitamina D e l’infiammazione del grasso viscerale cardiaco; l’80% dei pazienti che presentano una patologia coronarica presentano uno stato carenziale di vitamina D. Questo studio evidenzia l’importanza della presenza di questa vitamina nel contrastare l’infiammazione del grasso cardiaco.
Alcuni stili di vita alimentari, alcune patologie croniche intestinale (malassorbimento, M di Crohn), patologie epatiche sono condizioni che possono portare ad una carenza di vitamina D (Dozio E, Briganti S, Vianello E, Dogliotti G, Barassi A, Malavazos AE, Ermetic F, Morricone L, Sigruener A, Schmitz G, Corsi Romanelli MM – “Epicardial adipose tissue inflammation is related to vitamin D deficiency in patients affected by coronary diseases” Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases).
Altra considerazione meritano i pazienti Parkinsoniani, il 55% di essi ne sono carenti; una supplementazione determina il consolidamento delle funzioni cognitive (Pettersen JA. “Does high dose vitamin D supplementation enhance cognition?” A randomized trial in healty adult. Exp Geront. 2017 Apr;90:90:97). Un valore insufficiente di vitamina D è stato correlato con il declino cognitivo e demenza.
La vitamina D è un pro-ormone la cui funzione è quella di favorire l’assorbimento di fosfato e calcio a livello intestinale.
L’attivazione ha un doppio passaggio, prima nel fegato con la formazione di calcifediolo (ormone non attivo) e poi nel rene con formazione di calcitriolo (ormone attivo).
La Vitamina D viene prodotta dalla cute . . . si parte dalla Vitamina D3 (7-deidrocolesterolo) e tramite l’azione del raggi UVB, quindi dell’esposizione al sole viene trasformato in colecalciferolo. Bisognerebbe esporsi (almeno il 40% della cute) per almeno 15-20 minuti al giorno; in inverno è conveniente integrare l’apporto di vitamina D. I livelli di questa vitamina sono influenzati da fluttuazioni stagionali e i cambiamenti sono correlati con la diminuzione della presenza della luce solare.
La vitamina D è coinvolta nella sintesi di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina carenti in persone depresse.
La depressione stagionale/invernale, caratterizzata da stanchezza, sonno, fame compulsiva è stata evidenziata in uno studio del 2014 (Steward A er al. Vitamin D deficiency, depression linked in UGA-led International study. Medical Hypotheses, Issue Nov.2014).
In ambito sportivo la carenza di vitamina D porta ad affaticamento muscolare e riduzione del recupero; la sua integrazione consente un aumento della sintesi proteica muscolare, aumento della concentrazione di ATP, aumento della forza, aumento della forza (Shuler, Franklin D., et al “Sports health benefits of vitamin D” Sports Heath: A Multidisciplinary Approach 4.6-2012:496-501).
Dosaggi e somministrazioni: le linee guida raccomandano l’assunzione da 400 a 1.000 UI/die per i neonati – da 600 a 1.000 UI/die per i bambini – da 1.500 a 2.000 UI/die negli adolescenti e negli adulti.
Nei casi di obesità necessitano quantitativi 2-3 volte superiori(3.000 UI/die). Integrazioni di 15.000 UI/die per tutto l’anno sono un dosaggio tossico.